Il parto in acqua è una tipologia di parto entrata in molte sale parto a partire dagli anni 80 del novecento. E’ stato detto che il parto in acqua è accogliente, morbido, rilassante, rassicurante. Ma migliora davvero gli outcomes del parto?
Da vari decenni oramai – M. Odent 1983 – è stato proposto alle donne anche la possibilità di fare il parto in acqua: si tratta di entrare in una vasca piuttosto ampia, riempita di acqua calda fino ad un certo livello e di partorirci. I primi studi fatti su questa tipologia di parto avevano evidenziato qualche blando beneficio, come ad esempio il fatto che diminuisce dolore del parto e quindi il ricorso alla parto analgesia.
Ma adesso la ricerca dice ben altro!
Gli studi più recenti hanno sottolineato tutti i limiti del parto in acqua, come ad esempio chi può fare il parto in acqua e chi invece no; in che tipo di travaglio si può fare, e in quale no; in quale fase di travaglio si può ricorrere alla vasca con l’acqua, e in quale no; quali sono le eventuali difficoltà, problematiche, controindicazioni del caso, etc..
Altre ricerche, come quella riportata dall’articolo del Royal College of Midwives, hanno evidenziato che non ci sono miglioramenti reali negli indicatori della nascita in questa tipologia di parti.
Sulla stessa linea sono il N.I.C.E. (United Kingdom’s National Institute for Health and Care Excellence) e l’A.C.O.G. (the American College of Obstetricians and Gynecologists). Quest’ultima, in un articolo recente, conclude dicendo: “..results were inconsistent with regard to maternal benefits … and any benefit to the newborn”.
L’articolo afferma quindi, con chiarezza, che: “..until such data are available, it is the recommendation of the American College of Obstetricians and Gynecologists that birth occur on land, not in water.”
Anche se ogni donna resta libera di scegliere di fare il suo parto come meglio desidera, l’A.C.O.G. sostiene che il personale deve informare la donna della insufficiente evidenza scientifica riguardo ai benefici del parto in acqua, che, per questo motivo, non può essere incoraggiato o meno.
Mamme in Movimento si allinea con quanto concludono l’A.C.O.G. e il N.I.C.E. , non solo per i motivi da loro riportati legati ai risultati delle ricerche scientifiche fatte, ma anche perché, dal nostro punto di vista, non c’è una relazione tecnica tra il parto in acqua e la corretta biomeccanica del parto.
Per migliorare il parto occorre invece concentrarsi sullo studio della biomeccanica del gesto tecnico del parto, porta a migliorare tutti i dati relativi al parto stesso: la durata del travaglio diminuisce drasticamente, i rischi per il bimbo e per la mamma diminuiscono di conseguenza, le lacerazioni gravi sono inesistenti e anche il dolore diminuisce in maniera decisamente importante.
Il parto fatto nell’elemento ‘vasca con l’acqua’ è stato a suo tempo proposto, senza avere alla base nessuno studio biomeccanico o di altro tipo.
Chi l’ha proposto si è concentrato su ‘dove’ fare il parto. Ma se il parto non funziona a terra, elemento ‘naturale’ per l’essere umano, non può funzionare da nessun altra parte, neanche in acqua.
Al corso preparto Mamme in Movimento, la coach ha studiato la biomeccanica del parto, ha lavorato sul ‘come’ va fatto il parto in modo tecnicamente corretto e lo ha totalmente reimpostato, con i risultati migliori di sempre.